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Writer's pictureSilvana D'Intino

Qui Roma... sulla soglia dell’inferno o ai confini del paradiso?

Updated: Sep 19

Questa sera il tormento e l’estasi sembrano incontrarsi qui, dove Via della Conciliazione finisce al cospetto della maestosità della Basilica di San Pietro, su questo confine tra due Stati, la città del Vaticano e l’Italia, uno dentro l’altro, ove il primo sta al secondo come l’ACT sta al New South Wales.

 

Giungere su questo limite territoriale, fra la sacra piazza e la città convulsa; fra la terra infuocata e il cielo scosso dal vento, nel caldo afoso dell’anticiclone africano intrappolato tra i vicoli e l’asfalto; il traffico del centro città e la ricerca del parcheggio, al termine di una giornata di lavoro... tutto questo è già un tormento.

 

Eppure, sembra che nulla possa impedire la magia che sta per portare paradiso e inferno a toccarsi davanti al grande abbraccio del colonnato di San Pietro, sotto il quale passanti e senzatetto cercano ristoro dal caldo e rifugio dal temporale, che si preannuncia con goccioline al momento innocue.



Sole, pioggia e vento. I santi guardano dall’alto del colonnato. La pioggia smette, il sole tramonta e indora tutto come in una promessa di paradiso.

Quattro stagioni in un’ora, Roma come Melbourne. Roma punto di riferimento di salvezza per Dante. Roma la prima città che viene nominata nel Canto I. San Pietro il punto di arrivo di Dante sin dall’inizio. Qui, la parola nuda e cruda si sposa con questo gran teatro che per la Divina Commedia, opera anche teatrale, è un teatro naturale; privo di ulteriori scenografie o effetti acustici, restituirà al pubblico tutta la potenza lirica, drammatica e filosofica del Sommo Poeta nella sua naturalezza.

 

Tra noi in questa inquietudine e la Cupola che svetta, “nel mezzo...”, la commedia divina recitata e spiegata dal Maestro Franco Ricordi: filosofo, studioso della Divina Commedia, attore e regista teatrale, direttore artistico e saggista italiano di teatro, che nel 2015 ha dato inizio ad un grande progetto su Dante, a livello filosofico-saggistico ma anche teatrale e comunicativo, interpretando canti e terzine in significativi luoghi d'arte. 

Ora, in occasione del Giubileo 2025, Roma Capitale sostiene il progetto “La commedia di Dante per San Pietro”. Si tratta di una sintesi delle 3 cantiche: inizia in questa serata di luglio 2024 con l’Inferno, per proseguire nel Giubileo con il Purgatorio e il Paradiso; “Per San Pietro” perché si propone di arrivare al momento in cui San Pietro entrerà in scena come personaggio.

In questa serata di apertura vi è la metafora dell’Antinferno, ma tutto il primo canto è tra la paura e l’angoscia che blocca, come i vizi che incatenano l’uomo, le tre fiere che ostacolano il passo a Dante: una lonza (la lussuria), un leone (la superbia) e una lupa (l’avarizia). 

 

A dare corpo e voce, attraverso le note, a questo smarrimento, alle inquietudini interiori, è

il Maestro Edoardo Rosadini, direttore d’orchestra, alla viola, per accompagnare il racconto del più grande tormento umano che sia mai stato descritto.

La musica darà corpo alle parole, aprirà l’anima e ci permetterà di assorbire meglio gli endecasillabi che ascolteremo. Terzine incatenate, per sfuggire allo smarrimento, che incatenano tutto il poema.



Nella piazza ancora deserta e piovosa il musicista si posiziona sul palco ed esegue una prova mentre il vento capovolge il leggìo; a fermare gli spartiti sbuca provvidenziale una molletta per i panni, il Maestro con un sorriso nello sguardo ignora ogni difficoltà e suona... Bach, l’Overture del preludio della suite n.5 in do minore e Sarabanda.

Un palco scoperto e solo un piccolo tendone come riparo delle apparecchiature e della troupe, il tutto in un’area recintata per 200 spettatori seduti; ma ogni proporzione si smarrisce tra la piccolezza dell’essere umano racchiuso in quel recinto e il cammino verso Dio, davanti alla grandiosità della piazza da attraversare come per giungere alla salvezza finale.

 


Vengono prontamente asciugati i sedili bagnati mentre stanno arrivando gli ”special guests”, un piccolo olimpo romano di personaggi illustri che hanno reso possibile l’evento, tra questi immancabile ed elegantissima spicca la mamma del Maestro Ricordi, in camicetta di mikado bianco come i suoi capelli.

I curiosi di passaggio restano catturati da questo spettacolo inaspettato.

Ovviamente, chi scrive non era lì di passaggio... Giungendo per tempo ho potuto cogliere tutta la meraviglia del passaggio dalla situazione di inquietudine che ha preceduto la performance magistrale fino alla pacificazione che è seguita, quasi una metafora in corpore viri del cammin di nostra vita.



Dal 2015 ad oggi questa interpretazione della Divina Commedia è stata portata nel mondo in ben 23 Paesi e quattro continenti, l’auspicio è che approdi presto anche in un quinto... l’Australia.


Per saperne di più:

 

 


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